Approvato il #next generation EU: 672,5 Miliardi di Euro.
[vc_row][vc_column][vc_column_text]Su 685 votanti, 582 hanno votato a favore, 40 contro e 69 si sono astenuti.
Si tratta del fulcro del piano Next Generation Eu che avrà a disposizione 672,5 miliardi di euro su complessivi 750 miliardi, da raccogliere attraverso la più grande emissione obbligazionaria dell’Unione europea.
Gentiloni: “Passo storico, ora avanti per tutti gli europei” Tweet Recovery fund.
Dombrovskis: vogliamo misure che portino a una trasformazione Ue, Sassoli: “Il governo italiano risponderà alla crisi con la stabilità.
Ora Recovery” Ue, Dombrovskis: “L’instabilità dell’Italia non metta a rischio il Recovery Plan” 10 febbraio 2021 Con 582 voti favorevoli, 40 contrari e 69 astensioni il Parlamento europeo ha dato il via libera al regolamento del dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility).
Si tratta del fulcro del piano Next Generation Eu che avrà a disposizione 672,5 miliardi di euro su complessivi 750 miliardi, da raccogliere attraverso la più grande emissione obbligazionaria dell’Unione europea. Servirà a finanziare anche dei progetti di investimento iniziati dal 1° febbraio 2020.
I finanziamenti saranno disponibili per tre anni e i governi possono richiedere fino al 13% di prefinanziamento per i loro piani di ripresa e resilienza. Una volta che anche il Consiglio avrà approvato formalmente il regolamento, questo entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale Ue.
Il dispositivo Rrf è strutturato intorno a sei pilastri: transizione verde; trasformazione digitale; coesione economica; produttività e competitività; coesione sociale e territoriale; resilienza sanitaria, economica, sociale e istituzionale; politiche per la prossima generazione. I piani nazionali dovranno contribuire al raggiungimento dell’obiettivo Ue della neutralità climatica entro il 2050 e ad avviare la transizione verso l’economia digitale.
Almeno il 37% della spesa per gli investimenti e le riforme contenute in ciascun piano nazionale di ripresa e resilienza dovrà sostenere gli obiettivi climatici, e almeno il 20% dovrà sostenere la transizione digitale.
Nei piani nazionali, ricorda la Commissione, gli Stati membri dovranno “affrontare efficacemente le sfide individuate nelle pertinenti ‘Raccomandazioni specifiche per paese’ nell’ambito del ‘semestre europeo’, il quadro Ue di coordinamento delle politiche economiche e sociali”. Sovranisti spaccati in tre per voto al Pe Il gruppo Identità e Democrazia si spacca in tre al Parlamento Europeo nel voto sul regolamento della Recovery and Resilience Facility, cuore di Next Generation Eu. I ‘sovranisti’ o nazionalisti che dir si voglia si dividono tra favorevoli, contrari e astenuti per linee geografiche, secondo i rispettivi interessi nazionali.
Tra i favorevoli al regolamento, che in tutto sono 582, ci sono tutti i 28 eurodeputati della Lega, incluso Vincenzo Sofo, noto per il legame sentimentale con Marion Maréchal-Le Pen.
Ha votato a favore anche l’ex leghista pugliese Andrea Caroppo, oggi tra i Non Iscritti (a favore anche i Cinquestelle e pure i quattro ex M5S passati nei Verdi, oltre agli eurodeputati italiani dell’S&D, di Renew Europe e del Ppe; astenuti i parlamentari di Fdi, come annunciato ieri da Carlo Fidanza). Tornando al gruppo Identità e Democrazia, che è presieduto da Marco Zanni della Lega, hanno votato contro il regolamento (40 in tutto i contrari) i nazionalisti dei Paesi del Nord o dell’Europa Centrale, notoriamente poco favorevoli ad aiutare i cugini del Sud.
Sono contrari i tedeschi di Alternative Fuer Deutschland (l’eurodeputato veneto della Lega Gianantonio Da Re ha detto all’Adnkronos che quando se ne andranno dal gruppo farà una “festa con le giostre in piazza”), i due deputati del Perussuomalaiset (i Veri Finlandesi), gli austriaci del Fpoe, Peter Kofod del Danske Volkeparti danese, il ceco Hines Blasko di Svoboda a přímá demokracie (Libertà e Democrazia Diretta), i belgi fiamminghi del Vlaams Belang, l’olandese Marcel De Graaff del Partij voor de Vrijheid (Partito della Libertà), l’estone Jaak Madison del Eesti Konservatiivne Rahvaerakond (Partito Popolare e Conservatore Estone).
La seconda delegazione del gruppo Id, quella francese del assemblement National, che conta 23 eurodeputati, si è schierata compatta per l’astensione. I motivi li ha spiegati ieri in aula il lionese Jean-Lin Lacapelle.
Tra l’altro, ha spiegato, la Francia è tra i principali contributori di Next Generation Eu, ma riceve poche risorse rispetto ad altri Paesi. Si sono astenuti, come detto, anche gli eurodeputati di Fratelli d’Italia, in primis il capodelegazione Carlo Fidanza e il copresidente dell’Ecr Raffaele Fitto. Astenuto anche il grosso del gruppo della Sinistra Gue/Ngl (non conta neanche un italiano). Nessun eurodeputato italiano ha votato contro: l’Italia è il primo beneficiario di Next Generation Eu.
Anche nell’Ecr, il gruppo dei Conservatori e Riformisti di cui fa parte Fdi, si notano divisioni per linee nazionali, che non sono infrequenti nei gruppi parlamentari europei: i polacchi del Pis hanno votato a favore, mentre quelli spagnoli della destra di Vox si sono astenuti. Dopo l’Italia, la Spagna è il secondo beneficiario di Next Generation Eu.
Von der Leyen: “Bene approvazione dell’Europarlamento” “Accolgo con favore il voto del Parlamento europeo sul dispositivo del Recovery, il cuore di Next Generation Eu. Mentre i vaccini ci aiutano a uscire dalla crisi sanitaria, lo strumento di ripresa e resilienza ci porterà 672,5 miliardi di euro per sostenere persone, imprese e comunità per uscire dalla crisi economica”.
Lo ha scritto in un tweet la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Sassoli: “Ora stati membri non perdano tempo” “Ora la parola passa agli Stati membri per far partire il Next Generation Ue. Ci attendiamo che i parlamenti nazionali accelerino la ratifica dell’aumento delle risorse proprie dell’Unione, essenziale per emettere bond e finanziare la ripresa. Non c’è tempo da perdere e ogni ritardo sarebbe un danno enorme a cittadini e imprese”. Lo ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.
“L’Unione europea non si ferma e il via libera oggi del Parlamento europeo al Recovery Resilience Facility (Rrf) – il regolamento sugli obiettivi, il finanziamento e le regole di accesso ai fondi europei – è un’altra decisione storica per guidare la ripresa”, ha spiegato. “Questa è l’Europa che corre nella direzione giusta, con soluzioni in forte discontinuità col passato e capace di sostenere i cittadini e la loro vita consentendo agli Stati di avere risorse per programmare il loro futuro”, ha affermato Sassoli.
Dombrovskis: “Ora i piani nazionali” Il vicepresidente esecutivo della Commissione responsabile per le questioni economiche, Valdis Dombrovskis, ha posto l’accento sul fatto che “questo strumento offre ai paesi dell’Ue un’opportunità unica di ricostruire e rinnovare le proprie economie per il mondo post-Covid. È un’opportunità per costruire la resilienza e per proiettarsi in un un futuro più digitale e più verde. Ciò richiede – ha rilevato Dombrovskis – che siano fatti gli investimenti adatti e le giuste riforme.
Per riprendersi dalla crisi e affrontare le sfide del ventunesimo secolo, gli Stati membri dovranno cogliere l’opportunità dei finanziamenti Rrf per liberare le loro economie dalle strozzature e ammodernare le loro politiche e pratiche obsolete”. Gentiloni: “Passo storico, ora avanti per tutti gli europei” “Il voto di oggi al Parlamento europeo ci avvicina all’entrata in vigore dello strumento di ripresa e resilienza. Spinta dal terribile shock della pandemia, l’Europa ha compiuto un passo storico”. Lo ha dichiarato il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, commentando l’approvazione del dispositivo all’Europarlamento.
“Abbiamo fatto qualcosa che solo un anno fa era impensabile: la creazione di uno strumento comune, finanziato dal debito comune, per raggiungere un obiettivo comune. Da diversi mesi la Commissione lavora intensamente con i governi nell’elaborazione dei loro piani di ripresa e resilienza. Ora dobbiamo tutti intensificare i nostri sforzi e assicurarci di cogliere questa opportunità unica per cambiare le nostre economie, per il bene comune di tutti gli europei”, ha aggiunto. Amendola: “Vinte resistenze, ora risposte ai cittadini” “Il voto finale al Parlamento Europeo, con una maggioranza cosi’ larga, sul Next Generation Eu, è una bellissima notizia.
Abbiamo fatto tanta strada dal 21 luglio, e vinto tante resistenze. Adesso possiamo finalmente dare tutte le risposte che i cittadini europei aspettano”. Così il ministro per le politiche comunitarie Enzo Amendola. [fonte rainews]
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