L’identikit del bravo europrogettista
[vc_row][vc_column][vc_column_text]In questo articolo parleremo del l’identikit del Bravo europrogettista.
Ovviamente non è una lista ufficiale ma è una lista che in qualche modo io ho redatto e che cerco nei miei collaboratori e nei collaboratori di Idea Europa che è la struttura che ho fondato e dirigo.
Ne parlo tantissimo nei miei corsi.
Dopo tanti anni di questo lavoro ho iniziato a delineare meglio le caratteristiche che proprio non possono mancare per un professionista di fondi europei.
La mia missione è anche quella di formare la prossima generazione di europrogettisti. Ne ho parlato anche qui.
Andiamo a vedere nel dettaglio le caratteristiche di un bravo europrogettista o di una brava europrogettista.
Il primo è avere competenze di Project Management. Che cosa significa? che bisogna avere la consapevolezza che per poter fare bene questo lavoro bisogna conoscere alcuni approcci metodologici e ad esempio utilizzare il Project Management e saper utilizzare metodologie e strumenti. Ad esempio il quadro logico, il modello Gantt, il modello nell’analisi dei problemi. Su questi elementi mi soffermo molto durante i miei corsi di formazione.
Bisogna sapere come si trasforma correttamente l’idea in un progetto complesso e coerente. Sono tecniche non difficili da applicare una volta che si conoscono bene e rendono il nostro lavoro più professionale ma anche più armonico.
La seconda caratteristica che mi sento sempre di consigliare di possedere e che cerchiamo nei nostri collaboratori è quello di essere estremamente precisi e ordinati.
Lo so è un po’ strana come richiesta ma in realtà è fondamentale in questo lavoro essere estremamente precisi.
Bisogna, inoltre, possedere ottime skills di scrittura, compresa la capacità di sintesi. Bisogna riuscire a scrivere un’idea progettuale che sia specifica, chiara e che illustri in modo preciso, senza troppi giri di parole, la vostra idea progettuale. Su questo aspetto vi sarà molto d’aiuto utilizzare i formulari ufficiali della commissione europea dove addirittura c’è un limite di caratteri che si possono utilizzare.
Bisogna conoscere bene il funzionamento dei fondi europei. Qui trovi un mio approfondimento.
La vostra idea progettuale deve risultare immediatamente chiara e comprensibile sia a voi ma anche da parte del valutatore della Commissione Europea. Egli non sta nella vostra testa e vede la vostra idea progettuale per la prima volta e su quella base deve esprimere un giudizio se è meritevole o no di finanziamento.
Fondamentale è anche la capacità di auto-organizzarsi il lavoro. Oltre alla scrittura c’è la necessità di raccogliere dei documenti, di far firmare dei documenti, di scansionarli e poi caricarli correttamente all’interno della piattaforma nel momento in cui si va a presentare.
Bisogna prestare la medesima attenzione sia agli aspetti sostanziali ma anche quelli formali. Spesso i progetti non vengono ammessi per difetto di quest’ultimi.
La terza Skills che in qualche modo mi sento di consigliare che spesso è innata anche se va un po’ allenata e quella della creatività. Precisiamo subito: la progettazione Europea non è uno studio di design o anche uno studio pubblicitario dove ognuno di noi deve sforzarsi di trovare l’idea innovativa del secolo o in qualche modo l’idea più creativa degli altri però bisogna essere molto in qualche modo aperti e disponibili ai nuovi stimoli e nuovi impulsi e in qualche cercare di costruire delle idee progettuali che non sono mai state fatte dagli altri o comunque non sono state mai fatte nel modo e nelle modalità e con le con le metodologie da noi prospettate.
Riflettiamo un attimo: ci sono stati e ci sono e ci saranno tantissimi progetti ad esempio sui temi cosiddetti caldi quindi la violenza contro le donne violenza contro i bambini la questione dei diritti umani piuttosto che l’inclusione sociale delle persone con disabilità.
Sono tutti i temi molto importanti che ovviamente nel corso di questi anni sono stati oggetto di centinaia e centinaia di progetti approvati dalla Commissione Europea.
Quello che spesso viene premiata non è tanto la creatività sull’argomento perché ovviamente se decidete di fare un progetto contro le discriminazioni per l’orientamento sessuale non sarete i primi a farlo ma l’innovatività della vostra idea progettuale e nelle metodologie applicate può fare la differenza.
Non dimenticare mai che il vostro progetto deve nascere con l’ambizione di riuscire a migliorare una situazione, risolvere un problema, generare un’opportunità.
Un’altra caratteristica, importante per me, è quella di saper analizzare i dati, le analisi, le statistiche, gli approfondimenti. Periodicamente la Commissione Europea pubblica dei report molto utili e molto ricchi di spunti e di informazioni.
E’ ovvio che, in qualunque progetto che scriviamo, bisogna avere un’ottima conoscenza approfondita degli argomenti trattati. In caso contrario potremmo apparire improvvisati, poco specifici e soprattutto con poca conoscenza degli argomenti oggetto dell’idea progettuale. Difficilmente sarà finanziata con un contributo economico dalla Commissione Europea.
Non abbiate paura di farmi tante domande ogni volta che siete alle prese con una nuova idea progettuale.
Quali dati? Quale impatto? Dove? Come? E le soluzioni che negli anni sono state promosse perché non hanno funzionato ? Cosa ne pensano le persone che sono direttamente connessi a questa tematica?
Mi raccomando: consultate solo le fonti ufficiali ed autorevoli. Il sito della Commissione Europea è uno solo!
Non dovete sottovalutare poi le capacità di relazioni che si sviluppano durante la fase di scrittura del progetto dove bisogna rivolgersi ai partner internazionali potenzialmente idonei ad essere coinvolti nella vostra idea progettuale.
Prestate molta attenzione alla lettura del bando. Fornisce elementi formali rispetto alle tipologie di partner che si possono coinvolgere.
Altro elemento importante è che un bravo professionista esperto in fondi europei deve avere sempre la situazione sotto controllo rispetto al lavoro che sta conducendo. Non ci possono essere zone d’ombra, incertezze, o addirittura non essere aggiornato sui vari step soprattutto quelli propedeutici alla presentazione.
Non ci deve sfuggire niente in questa fase.
Ovviamente bisogna tenere le relazioni con i cosiddetti clienti o un qualche modo enti con la quale volete collaborare.
Un altro aspetto che cerchiamo molto è il famoso problem solving. Il nostro è un lavoro relativamente nuovo. In caso di dubbi molte persone, me compreso, non hanno alle spalle parenti o amici più maturi che hanno già fatto questo lavoro e che in qualche modo possono rappresentare per noi una fonte di consigli, suggerimenti di esperienza.
Nel settore dell’europrogettazionequesto non accade quindi molte volte quello che consiglio sempre è davanti ai dubbi, e ce ne saranno tantissimi, sia sul bando sia sul sul funzionamento sia anche sugli aspetti tecnici l’unica cosa da fare è da un lato provare perché c’è sempre una soluzione. Vi basti pensare che in Europa simultaneamente quando ci sono le scadenze vengono presentati forse 5000/10000 progetti nuovi da altri paesi europei e voi non riuscite a presentare il progetto avete un problema voi.
Quindi come ci sono riusciti gli altri ci riuscirete anche voi!
Bisogna avere la capacità di saper risolvere i problemi da solo ma non perché non ci sia qualcuno che ti aiuta perché ovviamente se lavorate all’interno di un team di professionisti magari un po’ più di esperienza c’è sempre qualcuno che quella cosa gli è capitata o quel problema l’ha già affrontato piuttosto e può risolvere quindi in poco tempo. Ti riesce a dare la risposta e ti aiuta e ti semplifica.
Però in realtà molte volte non è così e sicuramente è un bene anche per la vostra crescita personale Io consiglio sempre dinanzi ad un problema di trovare la soluzione è un problema.
Ci sono professionisti o presunti tali o aspiranti tali che molte volte mi chiedono “Sai, Mattia, io non trovo questa informazione sulla Call, non trovo quanti partner possono partecipare, oppure entro quando bisogna inviare il proprio progetto, etc”.
E’ chiaro che chi mi ha fatto questa domanda non ha controllato sul sito ufficiale e non ha letto la documentazione ufficiale. Un po’ di pigrizia? Chissà?
E poi, anche se non trovate la soluzione, non avete nessuno a cui chiedere, cosa fate? Mollate tutto? Lasciate perdere.
Se io avessi fatto così non avrei vinto tutti questi progetti.
Consiglio sempre di rischiare e prendere una decisione.
Il vostro obiettivo è quello di presentare il correttamente un progetto che venga finanziato quindi tutto ciò che troverete nella vostra strada deve essere completamente superato.
Il lavoro di europrogettista si basa sul raggiungimento di un obiettivo specifico. Nel nostro caso l’obiettivo specifico non è scrivere un progetto. L’obiettivo importante che è alla base del nostro lavoro e se vogliamo anche delle nostre soddisfazioni umane economiche e professionali è quella di riuscire a ottenere un contributo dalla Commissione Europea. Quindi la soddisfazione per aver inviato un progetto non basta anche se ovviamente un momento di soddisfazione personale anche di consapevolezza nell’essere riusciti comunque a presentare un progetto è giusto che ci sia, ma non basta!
Un’altra cosa molto importante è quello della pratica ovvero un progettista europeo deve stare sempre ,continuamente, a praticare come qualunque cosa. L’esercizio costante e quotidiano ti permette di affinare la tecnica e di superare gli ostacoli e diventare sempre più performante. Non scrivete un progetto oggi e poi ne riparliamo fra un anno perché tante cose le avete perse avrete sicuramente perso anche quella spinta emotiva e quella carica che vi fa in qualche modo tenere vivi!
Ultimo aspetto è quello di sapersi organizzare saper gestire il tempo. È un lavoro autonomo, ma con una scadenza ben precisa. Un bravo professionista non può arrivare all’ultimo e dire “non ho fatto in tempo a presentare il progetto”. Sarebbe un flop come professionista. Sia nei propri confronti ma anche nei confronti magari di un ente che si era rivolto a te per questo servizio. Saper organizzare il proprio lavoro è una mia fissa. Ne ho parlato anche qui.
L’europrogettista è il lavoro del futuro. Chi non vorrebbe un professionista in grado di ottenere finanziamenti europei nel proprio team?
E’ forse uno dei pochi settori dove c’è più domanda che offerta. E questo ti dovrebbe far riflettere. Ne ho parlato a lungo in questo post.
Insomma, come vedete, gli aspetti da tenere in considerazione sono molti. E’ un lavoro dinamico, stimolante, intersettoriale. Non ci si improvvisa, non ci si può arrangiare. E più si va avanti più la selezione naturale dei professionisti è serrata. La competizione si fa sempre più dura. Come ho scritto qui è un lavoro del fare.
Come dico spesso. Oggi in Italia non mancano le idee, ma mancano i professionisti che sappiano trasformare queste idee in progetti ed ottenere finanziamenti europei.
Io, ogni giorno, provo a contaminare una community sia all’interno del gruppo facebook gratuito dedicato sia attraverso i miei corsi di formazione.
Spero che questo articolo ti abbia stimolato.
Ai tuoi progetti,
Mattia[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]