Epale ha scelto di dedicare il primo focus tematico 2020 alla consapevolezza ambientale, per sottolineare l’importanza del tema a livello globale ed evidenziare come l’educazione degli adulti possa contribuire in modo significativo a cambiare le cose per un futuro più sostenibile.
Dal mese di gennaio sono stati quindi pubblicati sulla piattaforma europea per l’apprendimento degli adulti notizie, approfondimenti ed esperienze sui temi del cambiamento climatico e dello sviluppo sostenibile, offrendo anche una panoramica delle principali azioni in corso a livello internazionale.
L’Agenda 2030 che ha stabilito i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile è oggi tra i risultati forse più noti di un percorso di sensibilizzazione avviato a diversi livelli istituzionali a partire dagli anni Novanta. Un articolo su Epale ricostruisce l’iter delle azioni internazionali, dalla Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (1992) al Programma di azione globale sull’educazione allo sviluppo sostenibile (2014), fino al recentissimo Green Deal europeo, e prende spunto dalle politiche internazionali per indicare strumenti concreti che siano di incentivo al coinvolgimento degli studenti adulti nell’azione globale contro il cambiamento climatico (qui l’articolo).
Anche nei Programmi educativi europei e nazionali sono stati progressivamente introdotti criteri di priorità per attività e curricoli che attuino l’educazione ambientale, in primo luogo nella scuola ma anche oltre, nella famiglia e nella cittadinanza. In Erasmus+, ad esempio, già dal 2014 è stata data priorità ai progetti “volti a sviluppare le competenze in vari settori rilevanti per la sostenibilità, a sviluppare strategie e metodologie di competenze settoriali verdi”, si legge tra le priorità dei partenariati strategici KA2.
Per capire in concreto come un progetto possa influire sui comportamenti e modificare gli stili di vita e le scelte delle organizzazioni in direzione eco-sostenibile, su Epale è pubblicato un articolo contenente una selezione di progetti Erasmus conclusi o ancora in corso, tratti dalla Dissemination Platform, la piattaforma ufficiale che valorizza i risultati dei progetti Erasmus.
Alcuni esempi:
KA1 – Mobilità per apprendimento dello staff nel settore Educazione degli adulti
Il focus Epale sull’ambiente sarà valido fino alla fine del mese di marzo e la piattaforma ospiterà per tutto il periodo contenuti sempre nuovi.
Per contribuire al tema, iscriviti a Epale e pubblica il tuo articolo raccontanto la tua esperienza, condividendo risorse utili o segnalando un evento di interesse nel calendario Epale.
Per mettere in evidenza i risultati del focus è prevista una sessione di discussione online il 18 marzo dalle 10 alle 16: in quest’occasione sarà possibile per far conoscere la propria esperienza, commentare le proposte e interagire con chi si collegherà alla pagina tematica. I commenti saranno aperti già dal 16 marzo per condividere elementi di interesse da approfondire il giorno della discussione.
Cos’è EPALE? L‘Electronic Platform for Adult Learning in Europe (EPALE) è l’ambiente online aperto a tutti, ma dedicato in particolare a chi opera nel settore dell’educazione degli adulti. Punto di incontro europeo sulle migliori pratiche ed esperienze, la piattaforma ha lo scopo di aprire all’Europa il dibattito nazionale sui tanti temi che intersecano i percorsi educativi pensati per gli adulti, anche a livello non formale. Sulla piattaforma è possibile scambiare notizie, opinioni, idee e risorse con altri professionisti in tutta Europa. Attualmente sono oltre 64mila gli iscritti in Europa, di cui oltre 6mila in Italia. Ogni mese oltre 100 esperti italiani del settore si registrano al portale e il nostro Paese è il secondo nel mondo per numero di iscritti, dopo la Turchia. L’Unità nazionale EPALE ha sede presso l’Indire.
Come sappiamo il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) è uno dei cinque fondi strutturali e di investimento europei (ESI). Questo fondo si pone al sostegno dell’economia marittima e delle comunità di pescatori. Dal momento che sono dei fondi indiretti, ogni paese li gestisce tramite accordi di partenariato con la Commissione Europea, e dunque per accedervi sarà necessario verificare la propria autorità nazionale responsabile del programma operativo per poi passare alla fase della presentazione della propria domanda di progetto, per scoprirne o meno l’idoneità. .
Che cosa finanzia questo specifico fondo?
aiuta i pescatori nella transizione verso una pesca sostenibile
sostiene le comunità costiere nella diversificazione delle loro economie
finanzia progetti che creano nuovi posti di lavoro e migliorano la qualità della vita lungo le coste europee
sostiene gli sviluppi dell’acquacoltura sostenibile
facilita l’accesso ai finanziamenti per richiedenti
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[vc_row][vc_column][videoplayer main_style=”style-1″ title_font_options=”tag:div” subtitle_font_options=”tag:div” video_link=”https://www.youtube.com/watch?v=Kn2TBs9CA1c”][vc_column_text]Il Programma “Europa per i Cittadini 2014-2020” mira ad avvicinare i cittadini europei all’Unione Europea, proponendosi di colmare la distanza, talvolta dai primi avvertita, dalle istituzioni europee.
Coerentemente a tale scopo principale, il Programma supporta economicamente organizzazioni attive nei settori ad esso attinenti e co-finanzia progetti volti al raggiungimento dei suoi obiettivi generali e specifici, di seguito illustrati. Esso, introducendo debite modifiche e innovazioni, si pone a proseguimento del conclusosi Programma “Europa per i Cittadini 2007-2013”, rivelatosi di estremo successo a livello europeo e in particolare nazionale. L’Italia, difatti, rappresenta finora una delle nazioni europee con il più alto numero di progetti presentati e selezionati.
La Commissione Europea è responsabile dell’attuazione del Programma. In particolare ne stabilisce il bilancio, i temi prioritari, gli obiettivi e definisce i criteri di selezione dei progetti.
La Commissione si avvale dell’Agenzia Esecutiva per l’Istruzione, gli Audiovisivi e la Cultura (EACEA), per l’attuazione pratica della maggior parte delle azioni del Programma.
L’EACEA è responsabile anche degli ECPs – Europe for Citizens Points, strutture nazionali stabilite nei paesi partecipanti al Programma che si occupano di una diffusione mirata e capillare delle informazioni sul Programma Europa per i Cittadini, supportando i potenziali beneficiari delle sovvenzioni.
Obiettivi
Al fine di conseguire l’avvicinamento dei cittadini all’Unione Europea, il Programma contribuisce al conseguimento dei seguenti obiettivi generali, che devono essere tenuti presenti in fase di elaborazione della proposta progettuale:
contribuire alla comprensione, da parte dei cittadini, della storia dell’Unione Europea e della diversità culturale che la caratterizza;
promuovere la cittadinanza europea e migliorare le condizioni per la partecipazione civica democratica a livello di Unione Europea.
Gli obiettivi specifici del Programma sono:
sensibilizzare alla memoria, alla storia e ai valori comuni dell’Unione Europea, nonché alle sue finalità, quali la promozione della pace, dei valori condivisi e del benessere dei suoi cittadini, stimolando il dibattito, la riflessione e lo sviluppo di reti
incoraggiare la partecipazione democratica e civica dei cittadini a livello di Unione, permettendo ai cittadini di comprendere meglio il processo di elaborazione politica dell’Unione e creando condizioni adeguate per favorire l’impegno sociale, il dialogo interculturale e il volontariato.
I progetti dovrebbero quindi tener presenti suddetti obiettivi e, parallelamente, promuovere il dialogo interculturale, caratterizzarsi per una forte dimensione europea, includendo, ove possibile, attività di volontariato, che costituiscono difatti una dimostrazione concreta di cittadinanza europea attiva.
Struttura e bandi del programma
Il Programma si articola in due Strand (“Memoria Europea Attiva“, “Impegno democratico e partecipazione civica“) e di uno Strand trasversale (“Azione orizzontale di valorizzazione”) volto a valorizzare i risultati dei progetti selezionati e ad incrementare l’impatto e l’efficacia del Programma.
Spesso parlando di fondi europei, anche nella nostra community, è necessario fare una prima importante distinzione fra fondi diretti e fondi indiretti. Oggi ci occupiamo di quelli indiretti, detti anche fondi strutturali.
Questo tipo di fondi sono cinque e vengono gestiti dalla Commissione Europea e dai paesi dell’Unione Europea con degli accordi di partenariato ben specifici.
I settori di interesse dei fondi strutturali sono cinque e sono i seguenti:
ricerca e innovazione
tecnologie digitali
sostenere l’economia a basse emissioni di carbonio
gestione sostenibile delle risorse naturali
piccole imprese
Anche i fondi strutturali e di investimento europei sono cinque:
il fondo europeo di sviluppo regionale (FESR)
il fondo sociale europeo (FSE)
il fondo di coesione (FC)
il fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR)
il fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP)
Nei prossimi articoli ci occuperemo in maniera più dettagliata di questi fondi.
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[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il 2019 spicca per la forte partecipazione italiana a Erasmus+ negli ambiti scuola, università ed educazione degli adulti. Vediamo i dati nel dettaglio, settore per settore:
SCUOLA – MOBILITÀ PER L’APPRENDIMENTO DEL PERSONALE DELLA SCUOLA
L’Agenzia ha ricevuto quest’anno 496 candidature (199 i progetti approvati) che consentiranno a 4.309 persone tra insegnanti, dirigenti e personale amministrativo della scuola (+11% rispetto al 2018) di effettuare un’esperienza di mobilità europea per un corso di formazione, job shadowing o incarichi di insegnamento. Il totale delle istituzioni scolastiche coinvolte nella mobilità dello staff ammonta a 324, con una maggiore presenza degli istituti secondari di secondo grado, circa il 57%. Ogni progetto in media consentirà la mobilità di 21 persone. Le regioni più attive sono la Campania,la Sicilia e il Lazio. L’impegno finanziario per sostenere la mobilità in quest’ambito è di circa 9.900.000 euro (+17% rispetto al budget 2018).
PARTENARIATI PER GLI SCAMBI TRA SCUOLE
Nel 2019 sono stati approvati 165 partenariati scolastici coordinati da scuole italiane e finalizzati a scambi di classi, mentre sono 836 le proposte di scuole italiane partner approvate. Le regioni più attive sono Sicilia, Lazio e Puglia. Questo tipo di azione, che impegna un budget di 22 milioni di euro, permette alle scuole di ogni ordine e grado di collaborare con altri istituti europei su un progetto di interesse comune e di organizzare scambi e mobilità di alunni, insegnanti e staff. Su 2.052 partenariati di questo tipo approvati in tutti i Paesi partecipanti al programma, sono in totale 1001 i partenariati di cui faranno parte le scuole italiane nel ruolo di coordinatore o partner, un dato
che porta l’Italia al primo posto per la partecipazione a questa azione. Nell’ambito di tali attività verranno realizzate 17.764 mobilità degli studenti (+15% rispetto al 2018).
PARTENARIATI STRATEGICI
Crescono i progetti di cooperazione con i partenariati che offrono l’opportunità alle istituzioni attive nei settori diversi dell’istruzione (scuole, università, imprese, enti pubblici, organizzazioni della società civile, ecc.) di cooperare al fine di attuare e trasferire pratiche innovative a livello locale, regionale, nazionale ed europeo. I partenariati strategici possono essere di due tipi: per l’innovazione e per lo scambio di buone pratiche. Nel 2019, sono stati approvati 31 progetti, su un totale di 161 proposte progettuali presentate da istituti coordinatori italiani. Lazio e Toscana sono le due regioni con il più alto numero di progetti coordinati da istituzioni italiane. Le tematiche ricorrenti in questo tipo di progetti sono curricula innovativi, metodi educativi e sviluppo di corsi di formazione, competenze digitali, nuove tecnologie e ICT. L’impegno finanziario complessivo è di oltre 9 milioni di euro, con un incremento di circa un milione di euro rispetto all’anno precedente, pari al 19%. La grande partecipazione italiana a questa tipologia di progetti è ancora più evidente confrontando i dati delle proposte progettuali ricevute dalle altre Agenzie nazionali dei Paesi aderenti a Erasmus+: l’Italia risulta il secondo Paese dopo la Turchia per numero di progetti ricevuti.
ADULTI – MOBILITÀ PER L’APPRENDIMENTO PER LO STAFF
Nell’ambito dell’educazione degli adulti, le mobilità riguarderanno 1.005 persone (+63% rispetto al 2018), risultato dei 52 progetti vincitori presentati dalle organizzazioni nazionali che si occupano di apprendimento per adulti, per un finanziamento totale di circa 1.900.000 euro (+63% in confronto ai finanziamenti 2018). In quest’ambito le regioni più presenti sono nell’ordine la Sicilia, la Lombardia e l’Emilia Romagna. Nel complesso, rispetto alle 86 candidature presentate alla scadenza di febbraio scorso, verrà finanziato il 60% dei progetti di mobilità (tasso di approvazione più alto mai raggiunto in Erasmus+ per questo tipo di attività di formazione in Europa).
EDUCAZIONE DEGLI ADULTI – PARTENARIATI STRATEGICI
Questo tipo di progetti prevede la realizzazione di partenariati strategici per l’innovazione e per lo scambio di buone pratiche. Nel 2019 sono stati approvati 52 progetti, di cui 27 partenariati per l’innovazione e 25 per lo scambio di buone pratiche, su un totale di 161 domande presentate. L’impegno finanziario complessivo è di oltre 10 milioni di euro, con un incremento di due milione e mezzo rispetto all’anno precedente, pari al +31%. Con questi numeri l’Italia si distingue a livello europeo come secondo Paese per numero di progetti ricevuti, superata solo dalla Turchia con 209 candidature.
UNIVERSITÀ
Dal 1987 a oggi, oltre mezzo milione di studenti italiani ha viaggiato in Europa con il Programma Erasmus. Nel 2019-2020, sono 262 gli istituti di istruzionesuperiore italiani coinvolti nella mobilità Erasmus+: Atenei, Istituti dell’alta formazione artistica musicale, Scuole Superiori per Mediatori Linguistici, Istituti Tecnici Superiori, organizzazioni a guida di consorzi. Sempre nel 2019-2020 sono state sostenute 47.117 mobilità Erasmus tra studenti e staff, un dato che segna un +17,2% rispetto allo scorso anno accademico. Nel 2019/2020 il budget a disposizione per sostenere in Italia questo tipo di mobilità è di oltre 89 milioni di euro. Inoltre, nel 2017/2018, quasi 27mila giovani europei hanno scelto il nostro Paese per un’esperienza Erasmus, motivati dall’aspetto linguistico, culturale e soprattutto dall’offerta formativa dei nostri Atenei, tanto che l’Italia si conferma per il secondo anno consecutivo al quarto posto in Europa (dopo Spagna, Germania e Francia) per numero di studenti ospitati per attività di studio, avanzando di una posizione rispetto agli anni precedenti.
L’identikit dello studente Erasmus. Lo studente Erasmus ha un’età media di 23 anni, che diventano 25 per un tirocinante. Nel 59% dei casi è una studentessa, valore che sale al 63% quando lo scopo della mobilità è uno stage in azienda. Spagna, Francia, Germania, Regno Unito e Portogallo sono i Paesi con i quali si effettuano più scambi per studio, con una permanenza media di 6 mesi; gli studenti che svolgono tirocini in media restano 3 mesi e mezzo. Per quanto riguarda gli studenti in arrivo, i principali Paesi di provenienza sono Spagna, Francia, Germania, Polonia e Turchia.
Gli atenei più attivi. L’Alma Mater Studiorum di Bologna incrementa ulteriormente il numero delle mobilità che la posizionano al primo posto in Italia con 2.808 studenti partiti nel 2017/2018; seguono l’Università degli Studi di Padova e la Sapienza Università di Roma con, rispettivamente, 1.879 e 1.536 studenti. Importante il risultato raggiunto dall’Università degli Studi di Torino, al quarto posto nella classifica. Seguono l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università degli Studi di Firenze, il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Palermo e l’Università Ca’ Foscari.
Mobilità extraeuropea. Con l’introduzione dei tirocini extra-europei nel 2018, le borse di mobilità sovvenzionate sono state 3.804, con una crescita del 12,3% che arriva al 23% nel 2019, visto che i 58 istituti selezionati (su 100 che si erano candidati) gestiranno complessivamente 4.678 mobilità. Per la mobilità oltre l’Europa il budget impegnato è di circa 18 milioni di euro.
I progetti di cooperazione. Nel 2019 l’Agenzia Erasmus+ Indire ha finanziato 25 partenariati strategici su 76 candidature, superando ampiamente il risultato dell’anno precedente, grazie a una disponibilità finanziaria incrementata del 50% (8.544.632,00 euro). Nel 43% dei progetti coordinati da altri Paesi, l’Italia dà il suo contributo come partner (124 partenariati su 288). Tra le priorità specifiche per il settore dell’Istruzione Superiore è prevista la creazione di un ambiente universitario più inclusivo. Un altro successo si registra nell’ambito delle Capacity Building, partnerships multilaterali tra Paesi del Programma e Paesi partner gestite a livello centralizzato dall’Agenzia Esecutiva europea: l’Italia si posiziona al primo posto tra i Paesi coordinatori, con ben 18 progetti finanziati su un totale di 163. Attenzione merita anche la Call 2019 in riferimento alle Alleanze della Conoscenza, un’azione pensata per rafforzare la cooperazione tra il mondo accademico e l’imprenditoria, dove il nostro Paese si aggiudica 7 progetti su 33 approvati. Con 12 atenei italiani che riceveranno un finanziamento in qualità di partner, è buono il risultato nell’ambito del primo bando pilota 2019 per le Università europee, iniziativa fortemente sostenuta dalla Commissione Europea e nata con lo scopo di rafforzare in modo significativo la mobilità degli studenti e del personale e promuovere la qualità, l’inclusività e la competitività dell’istruzione superiore europea. Sono 12 gli atenei italiani che riceveranno un finanziamento in qualità di partner.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_resolution=”1280″ screen_wide_spacer_size=”10″ screen_normal_resolution=”1024″ screen_tablet_resolution=”800″ screen_mobile_resolution=”480″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_resolution=”1280″ screen_wide_spacer_size=”10″ screen_normal_resolution=”1024″ screen_tablet_resolution=”800″ screen_mobile_resolution=”480″][dfd_button button_text=”Scopri i nostri corsi ” buttom_link_src=”url:http%3A%2F%2Fwww.mattiaditommaso.it%2Fcorsi|||” module_animation=”transition.slideLeftIn” background=”#1e242a” hover_background=”#235eff” border=”border-style:solid;|border-width:2px;border-radius:0px;|border-color:#ffffff;” hover_border=”border-style:solid;|border-width:2px;border-radius:0px;|border-color:#ffffff;” style=”style_1″ box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)” hover_box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)” title_font_options=”line_height:49″ hover_style_heading=””][/vc_column][/vc_row]
Prendere parte ad un progetto europeo come partecipante, è un’occasione importante per poter comprendere dal vivo come si struttura un progetto europeo, come prende forma nella sua fase pratica di implementazione delle attività. Ci sono molte opportunità, alcune delle quali è possibile trovarle anche all’interno della nostra community, e noi consigliamo sempre di mettersi alla prova.
Durante tutti questi anni di insegnamento e formazione infatti, abbiamo notato che spesso i nostri studenti non hanno mai preso parte attivamente ad un progetto. Crediamo che questo sia un tassello importante per poter consentire una visione differente dei progetti che si vogliono scrivere in futuro.
Essere un partecipante aiuta a comprendere le tempistiche delle varie attività che possono essere realizzate durante un meeting ad esempio. Aiuta a comprendere in maniera diretta le metodologie dell’educazione non formale, che è uno dei cardini della Commissione Europea. Abbiamo notato anche sulla nostra pelle, che alcuni studenti, dopo aver partecipato ad un progetto, sono tornati con le idee più chiare pronti a mettersi alla prova nella stesura di un proprio progetto.
E’ bello infatti poter raccontare per iscritto che cosa si desidera realizzare e in che modo si desidera farlo, ma farlo dopo aver preso parte ad un progetto già approvato sicuramente può dare una marcia in più. Senza contare inoltre il valore di crescita formativa ed umana che ogni progetto porta con sè.
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