Non serve a niente un corso sui fondi europei
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Si hai letto bene. Lo penso e lo scrivo.
Ma come proprio tu che ogni anno promuovi decine di corsi, online e in classe, sui fondi europei?
Si, ma lascia che ti spieghi.
In questi anni ho formato centinaia di persone che, affascinate da questo nuovo settore professionale, hanno deciso di frequentare un percorso formativo.
Mi sono sempre preoccupato di seguire la fase post-corso.
Per cercare di capire cosa succede dopo aver frequentato i nostri corsi.
Solo il 20% di loro hanno, effettivamente, tentato di presentare progetti e intensificare l’interesse rispetto al mondo dei finanziamenti europei.
Il 12% di essi ha ottenuto un contributo europeo.
Oggi sono molto attivi come europrogettisti e continuano, in varie forme, a lavorare nel settore e a formarsi per migliorare le proprie competenze.
Molti di loro lavorano in Idea Europa e svolgono docenze presso la Scuola di Europrogettazione.
Il restante 80% ?
E’ rimasto fermo. Cioè non ha più approfondito la questione ed, ovviamente, non si è mai misurato con la scrittura pratica di un progetto.
La mia preoccupazione è stata quella di non aver erogato una formazione di qualità. Di aver peccato come docente.
Certo quel 12% di progetti approvati dopo il mio corso è un dato da non sottovalutare.
Ho raccolto così tutte le criticità e, insieme al mio team, abbiamo costantemente aggiornato la struttura dei nostri corsi, cercando di creare un prodotto formativo utile e di alta qualità.
Ma ero convinto non potesse essere questo il problema. Ci siamo così organizzati per contattare tutti i nostri studenti.
Come pensavo, alla fine le motivazioni più ricorrenti sono due.
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Pensavo fosse più facile
Molte persone si avvicinano a questo mondo pensando che ideare, scrivere, gestire e rendicontare un progetto sia un’attività semplice.
L’acquisizione di metodi, strumenti e strategie è fondamentale.
Come amo ricordare ai miei studenti però “Il progetto non si scrive da solo”.
Quando creai il network Idea Europa scelsi di investire tutte le mie energie, il tempo e le forze per migliorare le mie competenze, conoscenze ed abilità. Ogni giorno.
Volevo assolutamente ottenere un contributo economico europeo per le mie idee progettuali.
Sembrava tutto così difficile.
Termini, concetti, regolamenti, linee guida.
Oggi, come ieri, passo le mie giornate a studiare, approfondire, leggere, viaggiare, scrivere, osservare, pensare, compilare formulari, analizzare i documenti, raccogliere dati, ascoltare il mio staff, etc.
Una delle sessioni che preferisco nei corsi in aula è “Da dove cominciare”, che si svolge nell’ultima ora di lezione. Rimango ancora sorpreso quando, più di qualcuno, rimane stupito quando faccio riferimento ad un momento ben preciso della nostra professione.
Quando, solo, apri un pc. Ti trovi davanti un foglio bianco di word in attesa di essere completato correttamente.
Ecco.
E’ inutile partecipare ad un corso sui fondi europei se non si entra nell’ottica che per diventare esperti e capaci bisogna dedicare il massimo delle proprie energie.
Un corso, ovviamente se svolto da professionisti del settore, può e deve darti le giuste informazioni, gli strumenti, i consigli, le indicazioni cioè, come li chiamo io, “gli attrezzi del mestiere”.
Ma un corso non si potrà mai sostituire a te.
Aver frequentato un corso non compila automaticamente un formulario di un progetto.
Lo sa bene Roberta che, dopo una sola settimana dal corso, mi viene a trovare in ufficio con un’idea progettuale già molto avanzata. Dopo 30 giorni dal corso presenta il suo primo progetto europeo.
Dopo 6 mesi dal corso, un’email della Commissione Europea informava Tommaso dell’approvazione del suo progetto.
Sara, Luca, Raffaella, Erica, Ludovica, Marta, Francesco, Matteo, Simona, Paola, Carlotta, Diana, Valentina, Stefano, Giorgia e tanti altri sanno quanto può essere emozionante leggere “APPROVED” accanto al nome del progetto da loro presentato.
Cosa hanno di speciale tutte queste persone?
Usciti dal nostro corso hanno cominciato a “divorare” tutte le informazioni inerenti il settore. Con passione, impegno e dedizione, ogni giorno, si cimentavano nella preparazione di un’idea progettuale. Passo dopo passo fino alla presentazione ufficiale.
Chi, invece, dopo il corso torna a casa non riapre gli appunti, non visita i siti-web citati durante le lezioni, non si dedica all’elaborazione, all’analisi e disamina delle informazioni ricevute non inizia a buttare giù le prime analisi non riuscirà mai ed entrare in questo mondo.
In questi casi è COMPLETAMENTE INUTILE frequentare un corso sui fondi europei.
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Non ho tempo adesso
Questa è un’altra motivazione.
Chi non ha tempo adesso, forse non lo avrà nemmeno in futuro.
Tante persone si iscrivono al corso sui fondi europei perché proprio quel week-end sono liberi e non hanno altri impegni. Altri perché possono prendersi le ferie. Altri perché hanno terminato la sessione di esami universitari.
Si iscrivono sapendo che dal giorno dopo il corso non avranno tanto tempo per dedicarsi alla materia.
“Ora mi devo laureare”
“Supero questa fase pesante al lavoro”
“Vado in vacanza e al rientro mi ci metto”
“Ora sono concentrato su un altro business lanciato da poco”
“Finisco pure il corso di marketing, cucina, musica, etc”
“Finisco la ristrutturazione di casa e mi ci metto”
Ti lascio immaginare come sia andata a finire. Nessuno ha poi fatto più nulla.
L’eccezione che conferma la regola è Super-Gaia che partecipò al nostro corso al 5 mese di gravidanza. Presentò il suo progetto prima della nascita di sua figlia.
Non ha senso frequentare un corso sui fondi europei se non si è nella condizione di poter dedicare del tempo nelle settimane successive alle lezioni.
E per tempo non intendo un paio di ore a settimana magari sul divano con la tv accesa.
Parlo di tempo qualificato. Un momento, lungo o corto che sia, completamente dedicato al tema “fondi europei”. Concentrati, focalizzati, lucidi.
Categoria a parte sono quelli che, avendo tempo non riescono ad organizzarsi. Dedico sempre nei corsi in aula una breve sessione dedicata al Timing. E’ fondamentale capire che il lavoro deve essere ben organizzato nella propria agenda.
Arrivare a presentare un progetto rispettando le deadline di scadenza non può essere affidata al caso o alla fortuna.
C’è bisogno di metodo e di strumenti che facilitino la gestione del tempo in relazione alle cose da fare (i più bravi penseranno già al modello Gantt).
Magari all’inizio qualcosa potrà apparire difficile, ma con la giusta esperienza ogni processo sarà più fluido e coerente.
Se non avete tempo,
Se pensate sia semplice fare questo lavoro,
Se manca l’idea di cimentarsi in un nuovo scenario professionale
Se non avete intenzione di sfidare voi stessi e le vostre resistenze
Al nostro corso non ci venite.
Con tutti gli altri, invece, ci vediamo online o in aula.
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